lunedì 7 marzo 2011

Comunicazione


E se, nel canto degli uccelli si nascondesse l'antica arte dei cantastorie?
Se nelle loro note si raccontassero, in gesta e fatti prodigiosi, gli avvenimenti che li riguardano?
Una memoria in musica del passato e del presente, comprensibile solo a loro, un passaparola che va al di là del confine di specie, anche se, all'interno di una stessa, sfocia nel pettegolezzo.
Li avete mai sentiti parlare, nelle giornate di pioggia, al riparo delle foglie di un albero che considerano un rifugio 'sicuro'?
O darsi il segnale sonoro di 'pranzo in vista'?
Non è un caso, che, anche in assenza degli stanziali, altri raggiungano posizioni di rifugio e di approvvigionamento, prima sconosciute.
E allora perché non considerare seriamente l'ipotesi della 'memoria orale'?
Gli ornitologi, quelli seri, mi prenderanno per matta...
(o forse no, chissà! ;))) )

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