martedì 20 maggio 2025

Nativi

 A volte, i libri si chiamano fra loro e anche questa volta ce ne sono due con un elemento comune: i nativi americani.
La tribù Ojibwa ne 'La pietra delle anime' (Laura Costantini, Dark Abyss Edizioni), i Blackfoot in 'Nuttah' (Veronica Reburn, self).
Due storie completamente diverse, anche se con altri elementi in comune.
Quella di Laura Costantini più cruda, più fantastica, quella di Veronica Reburn più rassicurante, più attinente alla nostra realtà.
Toccano entrambe  problemi quali inclusione e accettazione dell'altro in quanto tale, universali, pur nella particolarità delle comunità scelte come riferimento e nei tempi storici di ambientazione.
'La pietra delle anime' è stato un viaggio nel fantastico fatto realtà, dove quel che sembra non è.
'Nuttah' è stato uno scoprire possibilità possibili grazie all'impegno e alla convinzione.
Tensione e rilassatezza, personaggi validi, in due racconti completamente diversi ma capaci, entrambi, di coinvolgere ed emozionare.

'Nuttah'

 Veronica Reburn  - Nuttah - Amazon Italia Logistica

Jackson, Corey, Samuel.
Matchitisiw, Nuttah, Chepi nella lingua dei Blackfoot.
Un allevatore, un medico, uno sciamano erborista.
Due di essi sono sposati, il terzo entrerà a far parte delle loro vite, della loro famiglia.
Una storia d'amore con tre protagonisti.
Una vicenda intessuta dalla prima all'ultima pagina, che ci mostra la vita di ognuno dei tre protagonisti ed il loro percorso per raggiungere il traguardo dell'intesa reciproca e dell'armonia nel rapporto.
E' un romance, è una storia di vite, che quindi racconta la realtà di queste, le difficoltà, le incomprensioni, le gioie, le soddisfazioni di tutti i giorni.
Tre personaggi con caratteri e caratteristiche forti, capaci, tutti e tre, di suscitare l'empatia e la simpatia del lettore, pur nelle loro differenze.
Il legame che instaurano fra loro viene analizzato nella sua complessità e difficoltà di accettazione e di messa in pratica, ma, allo stesso tempo, viene presentato con la naturalezza propria di ogni sentimento amoroso.
L'ambientazione facilita questa esposizione per la presenza, nella comunità dei nativi, della figura dei Due-Spiriti, che incarnano il maschile e il femminile al di là del sesso biologico, garantendo l'inclusività più totale.
La narrazione è fluida e coinvolgente, e pur senza alterare le caratteristiche del genere letterario, fornisce le giuste dosi di tensione e di aspettativa.
L'erotismo è descritto con grazia e semplicità, con la precisione adatta, senza essere né eccessivo né togliere spazio a tutto ciò che, insieme ad esso, costituisce la concretezza della storia d'amore.
Particolare l'indicazione del soggetto protagonista di ogni scena, grande o piccola, simpatico ed utile il piccolo glossario, gradevole ed accattivante la copertina.

'La pietra delle anime'

 Laura Costantini  - La pietra delle anime -  Dark Abyss edizioni

Un libro d'avventura che spazia dalla mitologia al fantastico, includendo l'horror e la storia d'amore: questo, in sintesi, il romanzo, ambientato appena dopo la prima guerra mondiale, principalmente a Brighton, sulle rive del lago Ontario, all'interno della comunità Ojibwa, residente nella zona.
Un'avventura che coinvolge dalla prima all'ultima pagina, dove nessun personaggio prevale sull'altro e la consistenza di ognuno di essi permette di seguire le vicende lasciandosi coinvolgere e rimanendo distaccati da esse allo stesso tempo, formandosi un'idea, scegliendo di chi prendere le parti, criticando magari gli atteggiamenti o le azioni di questo o di quello, ma sempre avendo davanti agli occhi la complessità del tutto.
E' una storia che racchiude al suo interno quelle di ciascuno dei protagonisti, e quindi, per quanto chiara nel suo svolgimento, è ricca di situazioni e di implicazioni col passato di ognuno di essi e questo chiarisce perché, in più di una occasione, la realtà che riguarda qualcuno è diversa dalla impressione che se ne può avere.
Anche narrativamente ci si muove su diversi piani, a volte evidenziati con una grafica diversa, ma questo non inficia la chiarezza del racconto, anzi l'arricchisce, perché sposta subito l'attenzione del lettore sul momento descritto.
Non mi soffermo sulla trama, perché, nonostante alcuni svolgimenti possano, come è giusto, intuirsi, il piacere della sorpresa, positiva o negativa che sia, appartiene al lettore.
L'aver intrecciato i vari generi, senza dare preminenza ad uno di essi, è un pregio di questo romanzo, un omaggio alla complessità del mondo reale.
I temi trattati, dall'atrocità della guerra all'intolleranza sociale per una sessualità diversa da quella etero alle difficoltà di integrazione e comprensione fra etnie diverse, fanno riflettere su quale sia il vero orrore con cui abbiamo a che fare giornalmente, pur raffrontandolo con quello fantastico di un potere che, acquisito casualmente per portare vantaggio ad una comunità, finisce per trasformarsi in orrorifica presenza per la comunità stessa.
Ugual peso narrativo hanno le figure maschili e quelle femminili, nonostante sia indubbio che la storia narri le vicende di Bridger Colton, e ugual peso viene dato alle storie d'amore che fanno parte del romanzo così come della vita.
Significativa la copertina, belle le illustrazioni interne di Dany&Dany, Le Peruggine, Federica Soprani (A.I.), che stuzzicano e dirigono l'immaginazione del lettore, e donano un fascino che sa di antico ma che è preziosamente moderno al romanzo.

lunedì 12 maggio 2025

Collezioni minime





 

dalle finestre

Eravamo in classe, questo me lo ricordo, la terza media, ho calcolato.
Del resto, dalla posizione del banco, l'ultima fila, doveva per forza essere quella classe lì.
Finestre in alto: hai visto mai potessimo distrarci!
Eppure quella brina solida, il nevischio che qualcuna scambiò per cenere, lo vedemmo.
Lo vedemmo e ci fermammo dal fare quel che stavamo facendo.
Ho fotografie da piccola, sulla neve.
Sulla neve che ogni anno ammanta la punta del Vesuvio.
Ma vederla cadere in città era qualcosa di davvero nuovo.
Poco importa se, all'uscita da scuola, già non c'era più.
L'ho rivista dopo, tanto tempo dopo, durare per ore.
Ho sentito l'aria raffreddata dalla neve.
L'ho presa fra le mani.
E la sensazione di meraviglia è stata sempre quella.
Non era di maggio, anche se d'aprile la incontrammo in autostrada.

Fiori di maggio

 













 

Canzone del mese

Maggio

Suede  - Picnic by the motorway - album: Coming up

"We could go dancing, we could go walking,
we could go shopping,
[we could keep talking...

Citazione del mese

Maggio

Manuel Vazquez Montalban  - O Cesare o nulla -  Frassinelli

"<<Non fare nulla. Lascia fare. Non sorprenderti di nulla di quanto può accadere.>>"

martedì 29 aprile 2025

'Quando Daniel tornò a casa'

Nuel - Quando Daniel tornò a casa - Amazon Italia Logistica per Dysderis Romance 2025 ,
(nuova edizione di Quando torna il sereno -Triskell Edizioni)

A volte, una storia è, semplicemente, nella sua completezza, una storia d'amore.
E cioè, c'è la storia, oltre all'amore.
In questo romanzo, per quanto lo sviluppo della stessa possa essere semplice, essa è, però, articolata nelle sue sfaccettature, che riguardano situazioni e personaggi.
Ogni episodio, ogni stato d'animo, vengono raccontati con cura e dettagliatamente, rendendo la vicenda accattivante, e complessa e ricca pure nella sua linearità.
I personaggi sono tutti realistici, pur indossando, quelli dei protagonisti maschili, in alcuni momenti, gli abiti del ruolo che interpretano.
Le figure femminili non sono di contorno, pur trattandosi di un romance mm, ma, anzi, hanno personalità forti e ruoli consistenti, addirittura, anche, imprevisti.
La scrittura è fluida, corretta e piacevole, e il romanzo è arricchito da una bella copertina e da una serie di immagini di piante, col significato loro attribuito, che, una per capitolo, sintetizzano il racconto dello stesso.

Di posti perduti

E' difficile tornare in certi luoghi.
Luoghi in cui, tutto sommato, sei stato bene, forse felice; luoghi che hanno un significato, che sono parte del tuo passato.
Luoghi da cui, adesso, sei lontano, ma da cui non ti sei mai veramente separato, che non hai mai messo da parte.
E poi arriva il momento di doverlo fare, di dover operare quel distacco, di cui vorresti fare a meno ma non puoi evitare più.
E pure se tutto intorno non ha più esattamente la stessa forma, gli stessi colori, quella canzone, che all'improvviso ti riporta indietro nel tempo, è un colpo basso.
A volte, liberare e dire addio ad una casa, è più atroce che dire addio alle persone.

Recensioni negative

Dovrebbero essere 'possibili' tanto quanto quelle 'positive', assumendosene la responsabilità di giudizio.
Di quel giudizio che argomenta le cose, che si ritengono non fare del prodotto esaminato un buon prodotto, dettagliatamente e con competenza.
Non contano i gusti personali, conta l'oggetto nella sua interezza.
Non tutti i libri sono belli, non tutti i libri soddisfano le aspettative.
A tutti i libri va data una possibilità di piacere.
Ma certe condizioni basilari devono essere rispettate: coerenza e credibilità della trama, scrittura corretta, grammatica della lingua.
Mi sono capitati due libri -e, come nel precedente caso capitato, ma recensito, non indicherò di quali libri si tratta- a cui una recensione 'negativa' -che, fatta, per il momento non verrà pubblicata- sarebbe stata appropriata.
Analizzandoli, il primo, per il soggetto trattato, per le intenzioni dell'autore, è stata la delusione più grande, anche per tutta una serie di fattori circostanziali, e, proprio per questi, immagino non potrebbe essere migliorato.
Il secondo, invece, pur con alcune pecche, avrebbe potenzialità e possibilità di miglioramento, anche se nessuno mi dà la certezza di un benevolo accoglimento di una critica volta solo al bene e non denigratoria dell'opera altrui.
Ci vogliono comprensione e onestà per esprimere un giudizio pubblico di una qualche sostanza.
Non tutti ne sono in possesso, per mancata capacità o malizia, eppure agiscono, e questo rende difficile, ad altri, esprimere un parere coscienzioso, anche se apparentemente 'negativo'.
Perché alle giustificazioni di una critica, negativa o positiva che sia, nessuno, ormai, presta più attenzione di tanto.

lunedì 7 aprile 2025

Di personaggi raccontati

Mi piace il racconto della vita della gente.
Mi piace conoscere, nel quotidiano, per quanto possibile, i personaggi della Storia.
Mi piace il romanzo che, prendendo spunto da essi, ne racconta il non detto, più o meno reale, ma coerente.
E' una lettura, però, che può riservare brutte, bruttissime, sorprese.
Puoi trovarti davanti citazioni non citate e fatte passare per opera propria.
Puoi assistere a fantasie più o meno credibili, ma, in ogni caso, non giustificate.
Entrambe le cose  implicano l'assenza di una bibliografia di riferimento, a cui, volente o nolente, si deve aver attinto.
O no?
Se la risposta è 'no', allora mi sorge spontaneo chiedermi dove e come hanno reperito le notizie che devono essere vere perché la storia, nel suo insieme, sia credibile, in quanto, il dichiarare che è un'opera di fantasia, in certi casi, non è assolutamente sufficiente.
La questione della citazione mancata, a volte si risolve riconoscendola, ma va da sé che nessuno è tenuto a conoscere l'intero repertorio umano di scrittura, cinematografia, saggistica varia e di tutto ciò a cui si può attingere per ispirazione o integrazione, e allora diventa un dovere indicare i brani altrui usati integralmente o in parte.
La questione dell'inventato, a volte, essendo le cose narrate inverosimili, ti spinge a far ricerche, perché la realtà riesce ad esserlo più della fantasia, ma il leggerlo richiede una conferma oggettiva sia del reale che dell'immaginato, perché è pur vero che non stiamo parlando di biografie, ma o lavoriamo nel fantastico o ci atteniamo alla realtà.
E la realtà, per quanto fantasticata, nel romanzo 'storico' deve attenersi ai fatti concreti.
Ci si può inventare una situazione, un dettaglio, ma la sostanza dei fatti deve appartenere al credibile ed al reale.
Ho letto romanzi dove gli autori hanno interpretato i fatti e reso credibili le situazioni.
Ho trovato credibili, per quanto, appunto, romanzate, le storie raccontate da altri.
Mi sono imbattuta in racconti talmente inverosimili per quello che narravano da lasciarmi profondamente delusa e, soprattutto, triste, quando, l'oggetto di queste narrazioni, erano personaggi a me cari.     

Colori d'aprile





 

Fiori d'aprile

 






 

scelte conseguenziali

E un giorno, dopo esserci passata davanti per tanti altri, ci entrai.
Da sola.
Lo conoscevo, il negozio, ci andavo con mio padre, ma spendere in proprio implicava diverse cose, fra cui la convinzione, l'eccitazione, di farlo.
Ho sempre avuto gusti eclettici, in musica, a volte anche strani, per chi era abituato alla classica, alla lirica, alla classica regionale o alla italiana meno popolare, ma che aveva accettato richieste di acquisto che mai avrebbe fatto per scelta propria. E così, il primo acquisto, di un cd per di più, aveva il suo peso in fatto di reputazione da creare.
C'erano due possibilità, per iniziare un'epoca: i greatest hits (2 e 1) di un gruppo rock inglese o l'album appena uscito di un gruppo tedesco dalle sonorità inglesi e dai testi in quella lingua.
Ogni scelta avrebbe implicato conseguenze, ma l'importante era, in ogni caso, promuovere l'indipendenza.
La memoria, però, qui fallisce. E il primo e il secondo acquisto si confondono nella fila.
Del terzo non mi ricordo, essendo stato spostato il greatest hits 1 in là nel tempo, dando precedenza ad altri autori.
Caso o predisposizione emozionale, però, le due provenienze geografico-musicali sono rimaste fra le mie preferite.
Era d'aprile?
Probabilmente no.
Probabilmente era d'autunno.

Canzone del mese

 Aprile:

Cyndi Lauper - True colors - album: True Colors

"So don't be afraid to let them show
Your true colors..."

Citazione del mese

 Aprile:

F. Soprani - V. Corella  -Victorian vigilante, Le infernali macchine del dottor Morse - Nero Press Edizioni

"Dipingevano il mondo con colori segreti, lo ricreavano a propria immagine, secondo regole che nessun altro avrebbe potuto decifrare."

martedì 18 marzo 2025

Di 'macchine infernali' ed 'abomini'

Parole affilate come lame, immagini senza alcun velo ma descritte da un'angolazione pudica.
Un episodio incentrato sul maschile, un episodio incentrato sul femminile.
Storie lasciate immaginare, storie raccontate esplicitamente.
Un'atmosfera 'steampunk venato d'horror' che più che alle macchine a vapore mi riporta alla memoria Neon Genesis Evangelion, Gundam, Blade Runner e i dichiarati più o meno velatamente Jules Verne e Batman, ma sono tanti altri i richiami a realtà letterarie e cinematografiche patrimonio comune.
Il Victorian Vigilante, lo Spettro di Nebbia, è il supereroe che non viene da un altro pianeta, che non è stato morso dal ragno.
Al posto dei pipistrelli ci sono le falene, ma, soprattutto, ha una identità fisica quotidiana, slegata dal personaggio.
(Mi piacerebbe dire di più sull'argomento, fare precisazioni, ma mi sono sempre vietata di raccontare oltre il necessario.)
Victorian Vigilante mi ha conquistata anni fa, quando ho letto per la prima volta il primo volume, e nella rilettura proseguita col secondo, ho ritrovato quella piacevole sensazione di lettore soddisfatto, di sognatore appagato.
Chissà se quel qualcosa lasciato all'immaginazione verrà, prima o poi, apertamente svelato?
So che qualcosa si sta -o potrebbe starsi- muovendo, ma magari andrà in tutt'altra direzione!
E andrà bene lo stesso.

'Victorian Vigilante vol.2'

F. Soprani, V. Corella  - Victorian Vigilante . Abominio - Nero Press Edizioni

La seconda parte di Victorian Vigilante inizia nella Gettysburg del 1888, dove i Mecha, gli esoscheletri potenziati, combattono i Voodoo Confederati, e prosegue nella Londra di due anni dopo la fine del precedente volume, nella quale il Victorian Vigilante continua a vegliare sulla città, ignaro di ciò che sta succedendo oltreoceano, e dove giunge il sergente Costance Lizzie Gray, pilota del Mecha Blue, in cerca di Harriett Morris, Mecha Gold, giunta nella capitale inglese per indagare, appartenendo entrambe alla polizia privata Pinkerton, sul "lo scienziato che fabbrica i Voodoo".
Nuovi personaggi si aggiungono a quelli provenienti da 'Le infernali macchine del Dottor Morse' (F.Soprani, V. Corella - Victorian Vigilante vol.1 - Nero Press Edizioni) in questo sviluppo della storia:
Lord Nigel Reavley;
il dottor Nikolaus von Thalfingen e il suo gemello ex-siamese Emil;
Yeuda ben Yosse;
Albert Victor;
la Nocturna Torpedo;
e ciascuno di essi, come gli altri prima ed insieme a loro, avrà un ruolo da protagonista nello sviluppo della storia.
Anche in questo episodio, la vicenda principale è strettamente legata alla storia personale di ogni personaggio: scaturisce da essa, in pratica, realtà di favola, ma, a tutti gli effetti, realtà.
Nuovi riferimenti, più o meno celati, stimolano la fantasia del lettore e arricchiscono una narrazione già sostanziosa di suo, che lo tiene legato, dalla prima all'ultima parola, alla pagina.
La vicenda, nel suo particolare, ha una conclusione che parrebbe portare ad una risoluzione totale dal problema posto dal romanzo, ma lascia aperta anche la possibilità contraria.
Ciascun protagonista è una pedina nel gioco della vita, in cui si ama, si lotta, si muore.
Nessun personaggio è eterno, se non nella memoria del lettore, e questi con cui abbiamo a che fare nella dilogia del 'Victorian Vigilante' meritano un posto d'onore, ma questo non implica la loro fine, perché, come fa notare Catherine a Malachy, "C'è sempre uno Spettro (di Nebbia), come ci saranno sempre i corvi alla Torre (di Londra)".

'Victorian Vigilante vol.1'

F. Soprani, V. Corella  - Victorian Vigilante . Le infernali macchine del Dottor Morse -  Nero Press Edizioni

Nella Londra vittoriana del 1890, dove la scuola di pensiero scientifico est-europea della Meccagenetronica, che ha sviluppato ibridi uomo-macchina, si contrappone a quella inglese dell'Ergomeccatronica, che predilige gli esoscheletri potenziati, si muovono i personaggi di questa moderna favola steampunk:
Percival Swan, caporedattore della Mayfair Gazette;
Mordecai Gerolamus, il tagliatore di diamanti;
Catherine 'Orlando' Swan, la giornalista;
Malachy Murphy, il sergente  di Scotland Yard;
Benedict, Horatio, Beatrix Hastings;
Rachel, Jeno, Anton Morse;
Vasilissa, la Baba Yaga;
L'Angelo;
Lo Spettro di Nebbia, il Victorian Vigilante;
che sono i "tasselli di un medesimo mosaico", "tutti protagonisti, avvinti da fili sottili, ma impossibili da spezzare".
E in questi concetti è racchiusa l'essenza di un romanzo avvincente e coinvolgente, che racconta di avventura, d'amore, di vita, di morte, con la sapienza, la grazia e la potenza proprie delle storie indimenticabili.
La trama si dipana fluida e veloce, ma densa, portando con sé le immagini degli accadimenti che ci presentano, uno ad uno i personaggi per poi farli muovere all'unisono nel pieno svolgimento dell'azione, che li vedrà agire tutti con pari impegno e peso, nel presente e nel passato.
La scrittura è ricca ma pulita, il racconto si fregia di riferimenti e citazioni, rimanda a paragoni e ricordi, fondendo sostanza e piacevolezza, dimostrando, ancora una volta, la magistrale sintonia e la bravura delle due autrici.

lunedì 10 marzo 2025

Partendo dagli accessori

Passeggiata con papà e nonno.
Il più famoso negozio di giocattoli della città.
(Adesso, al suo posto c'è una farmacia, ma, in un datato immaginario collettivo, lui è sempre lì.)
Entriamo, e su invito di nonno possiamo scegliere. Senza esagerare, su ammonimento di papà.
E guarda qua e guarda là, e questo no e quest'altro nemmeno, che poi cose grandi non le abbiamo mai chieste, cosa prese mia sorella non lo ricordo, ma il mio sguardo viene attratto da una busta piccola piena di oggettini colorati e scelsi quella.
Ho sempre avuto la mania, la fissa, l'attrazione, per le cose piccole e colorate, dai corallini (o perline che dir si voglia) alle miniature vere e proprie, passando per un'infinità di oggettini utili e inutili che corrispondono a queste caratteristiche.
E quindi quell'insieme di piccole scarpe, stampelle per abiti, borsette, scatoline e piccoli accessori di bellezza, non poteva che colpire la mia immaginazione.
"Che te ne devi fare di queste cose qui?", fu la domanda dei grandi, e non per il prezzo in sé, che portò come conseguenza, alla scoperta dell'appartenenza dei suddetti oggettini alla Bambola oggetto del desiderio di mezzo mondo.
Non mi ricordo se gli oggettini furono portati via. Forse sì, forse no. Ma ci fu la promessa della Bambola.
Promessa di lì a poco mantenuta con il modello in voga, quello base: capelli lisci biondi e gambe rigide, a cui vennero aggiunti, poco a poco, vestiti e piccoli accessori, quindi la vasca da bagno che faceva le bolle.
Difficile che fosse marzo.
Molto più probabilmente si era sotto natale.

Ospiti

 Passero



Ragno
(NB: le dimensioni sono dovute all'ingrandimento per la messa a fuoco)




Colori di marzo

 





Canzone del mese

 Marzo

Suede  - Sadie -  album: Sci-Fi Lullabies (disc 2)

"Inside her, is the suburbs..."

Citazione del mese

 Marzo

Amélie Nothomb  - L'impossibile ritorno - Voland

"-L'importante quando osserviamo [...] è ritrovare l'armonia che abbiamo dentro di noi."

mercoledì 26 febbraio 2025

Di vampiri e di Giappone

Quando ti accorgi che una storia è scritta bene?
Quando ti affezioni ai personaggi 'secondari', al 'cattivo' di turno.
E quasi sposti a spintoni quello principale per fare spazio a lui.
Vero Seamus? Vero che l'ho (quasi) fatto?
E speri fino alla fine che si possa giungere ad un compromesso che lo includa.
Vero Arkadij? Vero che ho tifato per te fino alla fine?
Ecco, RVH VIII è anche questo!
E poi c'è il Giappone.
Luogo del cuore.
Anche se per motivi diversi da quelli dell'autrice.
Però il concetto di fondo, quel L'impossibile ritorno ad un 'luogo', fosse pure nella memoria temporale e non fisico, 'amato' è lo stesso.

' L'impossibile ritorno '

 Amélie Nothomb  - L'impossibile ritorno -  Voland [trad. Federica Di Lella]

'L'impossibile ritorno' è il racconto del viaggio, fatto, alla fine di maggio del 2023, come accompagnatrice di una amica, la fotografa Pep Beni, in Giappone, dalla scrittrice.
E' il racconto di questi dieci giorni, che spaziano, nel presente e nel passato dell'autrice, riportandoci alla mente episodi vissuti nei precedenti romanzi e mettendoci davanti ad un Giappone nuovo, ancora non vissuto e per questo sconosciuto.
Dalla prima all'ultima pagina si alternano fatti, immagini e riflessioni, su un Paese che è parte di Amélie Nothomb e allo stesso tempo può risultarle estraneo finché non se ne riappropria attraverso i ricordi, le amnesie, i gesti automatici, le parole ritrovate.
E' una riflessione sull'appartenenza, sulla comprensione, dei luoghi in quanto tali e in quanto vissuti, a diversi livelli, non ultimo quello che ci lega ad essi per la loro condivisione con altre e precise persone.
Colorato, intimo ma pienamente condivisibile, leggero e profondo allo stesso tempo, 'L'impossibile ritorno' è una lettura che scivola gradevolmente sotto gli occhi, ma rimane nell'animo.
Il narrato è la spiegazione stessa del titolo, di cui verrà comunque chiarito il significato, alla fine.
Come già fatto presente precedentemente, la voce della traduttrice, ormai parla all'unisono con quella della scrittrice, e questo permette di cogliere, anche solo dalla traduzione, tutta l'armonia poetica del racconto di un viaggio fatto sia fisicamente che interiormente.

'Zver' - La bestia'

 Lucia Guglielminetti  - Zver' - La bestia  - self  Amazon

L'ottavo capitolo della saga RVH, cioè di Raistan Van Hoeck, il vampiro olandese attualmente Sommo Maestro del Clan dei Diurni, creato letterariamente da Lucia Guglielminetti e vampiro da Shibeen O'Connor, si apre narrando dello Zver', della Bestia, acclamata da coloro che accorrono per vederla combattere nella 'gabbia grande'.
Poche immagini, poche sensazioni, e in questa figura riconosciamo Seamus O'Connor, fratello maggiore di Shibeen, di cui si erano perse le tracce nella precedente avventura [Atropo - La nona eclisse, L. Guglielminetti, self Amazon], da cui sono usciti provati la stessa Shibeen e lo stesso Raistan, pure se quest'ultimo anche con uno scopo per cui vivere: l'adolescente Milos, di cui ha deciso di occuparsi.
La percezione, vaga, ma certa, che Seamus sia ancora vivo, tormenta Shibeen, e Raistan e Faithleann, l'altro fratello sopravvissuto della famiglia O'Connor, si troveranno ad assecondarla nella ricerca di questi.
Ricerca che li porterà nella fredda Russia, a chiedere l'aiuto di Nariman Tjomnyi, creatura letteraria di Laura Costantini, che ha incontrato Raistan nel suo 'Il mercante di incubi' [Dark Abyss Edizioni].
La vicenda viene narrata dividendola in tre parti : 'Seamus e basta', 'Shibeen e gli altri', 'Seamus, Arkadij e gli altri', coronate da un prologo e concluse da un epilogo, che sono funzionali a distinguere le singole situazioni in cui sono coinvolti, si trovano ad agire, in atmosfere algide e surreali ma vivide e tangibili, cupe il giusto, i singoli personaggi.
E' una storia, come tutte le precedenti, che fa provare sentimenti, che coinvolge, che affeziona.
Seamus ruba un po' la scena a Raistan e Nariman gli si affianca, ma, nel complesso, l'equilibrio fra i tre personaggi esiste, perché ognuno ha il suo spazio e sta al suo posto.
Shibeen, nonostante la fragilità manifestata, o forse a maggior ragione, si delinea nettamente come figura dominante del gruppo, cardine attorno al quale ruotano gli altri.
Anche questa volta, i temi trattati sono forti e i pericoli reali per gli stessi vampiri, che come ogni altro personaggio, saranno chiamati a confrontarsi con se stessi e a prendere decisioni non di poco conto.
La lettura è gradevole e avvincente, come sempre, e si percepisce la fluidità data dagli anni di frequentazione dell'universo RVH da parte dell'autrice.
Questo fa sì che l'inserimento di un personaggio estraneo, perché appartenente di fatto ad un altro universo narrativo, risulti responsabilmente semplice ed organico, anche se poi si può, e si deve, tener presente che figure narrative di un certo livello hanno, in pratica, una vita propria innegabile e constatabile, e diventano ospiti sì nelle storie altrui, ma anche, a volte nelle loro stesse.

mercoledì 19 febbraio 2025

Del primo giorno di scuola

Non ci volevo andare, a scuola.
Non volevo andare a scuola dalle monache.
Ma non potevo oppormi.
Semplicemente, non era nelle mie possibilità, farlo.
E allora...
Una monaca alle spalle, una di fronte, a fianco di quella che, con fra le mani la lista degli alunni assegnatile, sarebbe diventata la maestra, di quell'anno e poi del successivo.
Quella mano sotto al mento, a tenermi su il viso era a dir poco, ad essere gentili, spiacevole.
Ed io non volevo stare lì.
Volevo tornare al mio mondo.
Così, quando, per prassi, ingenuamente, mi chiesero come mi chiamassi, mentii.
Usai quello che utilizzavo per giocare.
Un po' diverso da quello ufficiale, ma altrettanto vero, in un certo senso, solo che loro non potevano saperlo.
Me lo godetti il loro sconcerto, seria, impassibile, fiamma viva la speranza di essere rimandata a casa.
Ma poi feci un errore, un errore fatale: guardai davvero quella giovane, dai lunghi capelli castani, negli occhi, e vi lessi il panico che le aveva fatto tremare la voce nel dire: 'Qui c'è scritto un altro cognome.'.
'E' quello di mio padre.', mi scappò, in quel tentativo di confortarla che mi costò, pur nella perplessità generale di cui mi sentivo soddisfatta, l'ammissione in classe.
Era ottobre, ovviamente, non febbraio.

Colori di febbraio (2)





 

Colori di febbraio

D'inverno i colori sfumano nel pastello.





 

Canzone del mese

 Febbraio

The Smiths  - Ask -  album: The world won't listen

" If there's something that you'd
like to try
ASK ME - I WON?T SAY "NO" - HOW COULD I?"

Citazione del mese

Febbraio

Manuel Vazquez Montalban  - O Cesare o nulla - Frassinelli

" 'Hai bisogno di distrarti. Va' a caccia. Ama. Riposa. Lascia che ad agire siano gli altri.' "

venerdì 31 gennaio 2025

Da una Sardegna all'altra

Due libri, due autrici, due Sardegna, raccontate ognuna con passione e affetto.
La Sardegna dei tritoni della serie Evadne Invicta [Capitolo IV : L'arconte del Fretum Gallicum], di cui sono ormai affezionata lettrice per la maniera in cui Erika Vernizzi riesce ad amalgamare la storia reale con il mondo inventato da lei, e quella catalana di Corallo di Nykyo.
Corallo lo aspettavo da tempo, e devo dire che averlo fra le mani è stato un piacere.
La storia, in alcuni punti, mi ha fatto parlare da sola, ma ogni azione dei personaggi è giustificata e, sì, è giusto che essi si comportino in quella maniera.
Alcuni episodi sono molto belli: la terrazza del Català, il concerto, la descrizione del rapporto di uno dei protagonisti col corallo e quella del significato attribuito alle sue opere.
In definitiva, mi è piaciuto.
L'arconte, Adonibaal, nonno Ado, è un personaggio a cui mi sono affezionata tanto, anche se poi, beh, le simpatie sono per tutti, e per -ovviamente- uno in particolare.
Mi è piaciuto particolarmente, in questo capitolo IV, il presente alternativo, e ho trovato commoventi alcune scene, così come l'addendum. E, sì, esilarante, la gara che conclude l'episodio.
In definitiva, due belle letture per una Sardegna che, conosciuta tramite persone e letture, ormai mi chiama prepotentemente.

'L'arconte del Fretum Gallicum'

 Erika Vernizzi  - L'arconte del Fretum Gallicum -  self  Amazon Italia Logistica

Quarto episodio della serie fantasy storico-contemporanea Evadne Invicta.
Mentre l'estate sta per iniziare -siamo ai primi di giugno- e la vita allo stazzo e allo stabilimento balneare gestito dalla colonia ibrida di Talos procede accaldata ma indisturbata, ecco che la ribellione adolescenziale di Aristodemos, ormai quindicenne, esplode nel mezzo di una seria discussione fra gli adulti, che ha per argomento il passato.
Fra padre e figlio, il disaccordo sarà tale che, nonostante le spiegazioni e i tentativi di riconciliazione operati dagli altri membri della colonia, aprirà la strada ad una nuova minaccia, proveniente proprio dal passato oggetto della discussione.
E il passato in questione, questa volta, è proprio quello di Adonibaal, l'arconte del Fretum Gallicum, personaggio complesso e corposo che ormai ricopre un ruolo essenziale nella colonia, della cui personalità, verranno alla luce altri aspetti.
Come nei precedenti episodi, alla base delle coinvolgenti avventure dei tritoni e degli umani, c'è il serio studio storico operato dall'autrice, che, così come il sapiente uso delle citazioni, viene fuori in maniera possente ma leggera, fornendo dati senza appesantire né il racconto, né la lettura.
Questo rende l'opera interessante e piacevole, anche perché, dove l'argomento risulta di una certa serietà, Erika Vernizzi riesce a riportare il lettore alla giusta distanza, affiancando l'esposizione dello stesso con la quotidianità dei personaggi.
Quotidianità che rende il tutto più reale ed accettabile come tale.
Anche quando, all'interno della storia, i personaggi si ritrovano a vivere episodi, anche per loro al confine di essa.
Senza nulla svelare, questo quarto episodio rannoda fili dei precedenti, chiudendo capitoli ed aprendone altri.
Come sempre, e non se ne potrebbe, ormai, fare a meno, il volume è arricchito da precisazioni e bibliografia, da un capitolo extra e dal brano di un altro tradotto in greco, oltre che dai disegni dell'autrice, che, per due di essi, relativi a suoi personaggi storici, ha utilizzato in maniera egregia anche l'intelligenza artificiale, riuscendo ad integrarla, differenziando lo stile, con i personaggi titolari della storia.
Una particolare segnalazione è per l'addendum, nel quale l'autrice racconta le motivazioni per la sua scelta di raccontare la Sardegna.

'Corallo'

 Nykyo  - Corallo -  self  (Amazon Italia Logistica)
[romance mm]

Alghero, il corallo, la storia di due famiglie legate dalla vita e dall'amore di due giovani uomini, la cui storia lascerà spazio a quella dei rispettivi fratelli.
Parte da un evento tragico, Corallo, e dalle sue conseguenze, per narrare di personaggi che diventano persone, non solo per la consistenza letteraria, ma anche per la loro crescita umana.
I fatti, le situazioni, sono quelli dove la vita viene affrontata come si presenta, con il suo peso, che rende fragili ed insicuri, che spinge ad errori di valutazione causati dal dolore, dal senso di impotenza, da quello di colpa, dal dovere.
E' proprio il senso del dovere, inteso sì come obbligo, ma in forma latente, rispetto alla sua interpretazione come manifestazione d'amore, un cardine del romanzo, l'inconsapevole punto di contatto fra due anime che, per motivi diversi, hanno subito, e che, per le conseguenze di essi, hanno difficoltà ad incontrarsi.
Alcuni elementi, oggettivamente esterni ma intrinsecamente parte di ognuno di essi: la musica, il corallo, la città, favoriranno un ravvicinamento che è preludio di un rapporto più concreto e più solido, capace di risanare ferite lasciate aperte per troppo tempo.
Corallo è un libro ricco, di episodi, di sentimenti, che stimolano l'empatia così come il disaccordo per certi comportamenti, ed ha un ritmo di lettura che permette di vivere la storia senza fretta ma pure senza rallentare il ritmo, rimanendo presi e coinvolti da una vicenda di cui, dopo l'ultima pagina, si sente già la nostalgia, grazie anche ad una esposizione pulita e precisa che racconta emozioni e particolari con la stessa cura e lo stesso entusiasmo.
Arricchiscono il volume le belle tavole interne e la copertina ad opera di Suzakusly.

lunedì 20 gennaio 2025

D'inverno

 La neve


Il mare


Gli uccelli marini


Il geco




Delle prime volte

 "Chiedi a Giuseppe di farti attraversare."
Per andare a prendere cosa? Non lo ricordo.
Probabilmente qualcosa in merceria.
L'andata in salumeria non lo necessitava, e quindi, a richiesta, si doveva andare e basta.
Ma di fronte, passare la strada che, pure se in centro città, era prevalentemente residenziale, anche se il Viale fronteggiava una serie di negozi, era tutt'altra cosa.
Eppure, quel pomeriggio, l'ordine fu quello.
Giuseppe, il portiere-guardiano, guardò su e giù (anche nei periodi di senso unico, c'era la corsia di risalita preferenziale) e io andai.
Chissà cosa pensava dovessi fare, quanto tempo dovessi impiegare, o mi fossi illusa io di ritrovarlo lì, al ritorno, al momento di riattraversare, Giuseppe non c'era.
Ma io dovevo tornare a casa e chiedere ad altri era impensabile.
E allora... vai! Si attraversa!
Guardai su, guardai giù, e passai.
Fatto! Sdoganato attraversare da sola.
Era stato intenzionale da parte di chi mi aveva mandato?
Non lo so. Ma lo intuisco probabile.
Avevo sette-otto anni. O forse meno?
E, no, non era gennaio, perché non indossavo cappotto e cappello!

A volte...

I jeans vecchi.
A volte non si riesce proprio a buttarli.
Non c'è un motivo preciso, a parte quello che sono loro, che sono stati tuoi.
Se li pieghi piccoli piccoli un posto lo trovi.
Fino al prossimo, intenzionale, ritrovamento.
Che, magari, deciderà, per loro, un altro destino.



Canzone del mese


 GENNAIO

U2  - Invisible - [singolo / traccia fantasma album: Songs of Innocence]

"I'm more than you know
I'm more than you see here
I'm more than you let me be..."

Citazione del mese

 GENNAIO

F. Soprani - V. Corella  - Victorian Solstice II -  [Dark Zone]

"Mary aveva avuto un colpo di fortuna, con quel lavoro, e molta gente ti perdona tutto, davvero, ma non la fortuna."